AGGIORNAMENTO
Sostegno a Distanza
LA MISSIONE DI DAVID
Aggiornamento di Giugno 2025 – L’educazione alla genitorialità come strumento per migliorare le famiglie di Maputo
Nella capitale del Mozambico, a Maputo, si registra un elevato tasso di povertà nella popolazione e questo inevitabilmente ha un impatto importante nelle famiglie delle zone più periferiche. Ci troviamo nei quartieri di Benfica e di Mafalala, dove nasce l’idea di rivolgersi ai genitori e ai tutori dei bambini la cui l’educazione a volte passa in secondo piano di fronte ad altre priorità, come quella di sussistenza economica.
L’educazione alla genitorialità si inserisce all’interno di questo contesto e ha l’obiettivo di promuovere un’educazione consapevole, basata sul rispetto reciproco nelle famiglie, avendo sempre uno sguardo verso il benessere del bambino e il suo sviluppo. Il progetto di AGAPE parte nel 2022 con David, un volontario nazionale che studia presso la facoltà di Servizio Sociale e ha un forte desiderio: quello di migliorare la vita dei bambini. Questa attività fa parte nello specifico del progetto di Sostegno a Distanza, che coinvolge diverse famiglie ogni anno (in totale 25 bambini) e che comprende altre due importanti aree: il supporto scolastico e la distribuzione di beni di prima necessità.
In questo contesto, David e i volontari che ogni anno arrivano dall’Italia, incontrano tutte le settimane i genitori e i tutori ad AVIMAS e a Machaka, due associazioni impegnate con donne, giovani e bambini per lo sviluppo delle proprie comunità a Maputo. Durante le sessioni, avviene uno scambio di conoscenze ed esperienze tra genitori, nonni e tutori dei bambini beneficiari tramite diverse attività. Così si parla di salute, igiene, interazione e affetto per i propri bambini e si mettono in scena possibili situazioni di rischio che consentono di comprendere ciò che si è appreso a livello teorico in una forma più immediata ed efficace. Parlando con le donne dell’associazione AVIMAS, ci raccontano che questi momenti di condivisione risultano essere un’opportunità di apprendimento importante per loro e che hanno consentito di migliorare il loro stile educativo in casa con i propri figli.
Questo progetto ha fatto sì che molte famiglie trovassero un punto di riferimento e un supporto costante all’interno della loro comunità. Nonostante ciò, non è facile vedere l’impatto che queste attività possono avere a lungo termine e parlando con David che ci racconta di alcune difficoltà incontrate negli anni: “Instaurare un rapporto amichevole con le famiglie che consentisse di parlare apertamente all’interno del gruppo è stato difficile, ma lo è stato ancora di più avere una partecipazione attiva e costante durante i primi tempi, visto che era un’attività nuova per i genitori”. Continua dicendo che, tuttavia, ci sono stati tanti aspetti positivi e che nell’ultimo anno il lavoro ha visto la partecipazione sempre più attiva dei genitori che hanno fortificato i legami tra loro e le loro stesse competenze supportandosi a vicenda. A Machaka, ad esempio, ogni settimana i partecipanti raccolgono una cifra simbolica che viene utilizzata nel caso in cui alcuni di loro stiano vivendo delle situazioni particolarmente difficili, come un lutto o un problema di salute.
Da due settimane sono iniziate le visite alle famiglie dei bambini sostenuti tramite il Sostegno a Distanza: i genitori e i tutori accolgono in casa David e, la volontaria di Servizio Civile, Irene per aggiornarli sulle condizioni in cui vive la famiglia e sulla salute dei propri bambini. Le case dove abitano i beneficiari non sono le stesse dove si è abituati a vivere in Italia e sono costruite prevalentemente in blocchi di cemento e lamiere che dividono il proprio cortile da quello dei vicini. Quando ci sediamo con le mamme per condurre le nostre interviste, molte di loro ci raccontano che spesso in casa mancano l’acqua e l’elettricità per più giorni a causa delle difficoltà economiche. Inoltre, non sempre i loro figli mangiano tre volte al giorno, molti di loro fanno al massimo due pasti e alcuni di loro solo uno. Ma dai sorrisi nei volti di questi bambini non sembrerebbe che le loro condizioni di vita siano per lo più sfavorevoli.
Il lavoro svolto a Maputo dimostra che dalle piccole cose possono nascere grandi idee ed è nel cortile di casa di papá Albino, a Mafalala, che David ha avuto un’altra intuizione. Adesso, il suo sogno è quello di realizzare un parco giochi per i bambini che ogni giorno svolgono i loro compiti ed imparano giocando in un quartiere dove spesso i giovani finiscono in strada. Nonno Albino ha deciso di condividere la sua casa per la comunità consentendo ai suoi vicini, genitori impegnati nella sussistenza della propria famiglia, di avere uno spazio sicuro per i propri figli.
Tante sono le idee ancora da realizzare nei prossimi anni e in cima alla lista c’è il sogno di David che, con il supporto di AGAPE e dei suoi volontari, potrà continuare a contribuire nel miglioramento dello sviluppo di questi bambini promuovendo un’educazione sana e responsabile. “È bello vivere nel proprio paese ma è ancora più bello aiutare il proprio paese a vivere” è ciò che diceva John Kennedy e rappresenta la nostra missione e quella di David.
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